Si è svolto ieri sera l’incontro con l’amministrazione e le forze di polizia su “Cosa fare se…”: partecipazione numerosa ma non oceanica.
Che cosa abbiamo imparato? Che il codice penale protegge i delinquenti più delle vittime, che dobbiamo chiuderci in casa con sbarre, catenacci, inferriate e sistemi di allarme, ma anche che siamo invitati a collaborare con le forze dell’ordine segnalando qualsiasi fatto che desti sospetti, anche il più banale e senza temere di “disturbare” (?).
Per quanto riguarda il chiudersi in casa, che cosa dovrebbe fare chi scrive, che, quando è venuto a Levata dalla Francia, ha seguito ciò che aveva imparato là ed ha fatto aprire nella propria casa ampie porte finestre a pieno vetro? In Francia (e non solo) i villaggi di villette come Levata non hanno muri di recinzione, solo qualche bassa siepe e linee immaginarie a tracciare i confini. Differenze culturali, che si traducono qui da noi nel consiglio delle autorità di ergere difese sempre più impattanti, ma che risolvono poco: chi è determinato ad entrare troverà prima o poi il modo, solo i ladri più sprovveduti saranno respinti, e meglio così, ma il vero pericolo viene da quelli più determinati, come si è purtroppo visto di recente.
Abbiamo anche imparato che i privati non possono installare telecamere sulla pubblica via, solo un ente pubblico lo può fare: ma, con un pò di fantasia e di iniziativa delle amministrazioni, non si potrebbe trovare il modo di far finanziare ai privati sistemi di sorveglianza sulla propria via, per farli poi gestire dal pubblico?
E ancora che, per tenere sotto controllo l’identità dei lavoratori che ci entrano in casa per eseguire lavori da noi richiesti, dobbiamo arrangiarci (e sarà bene che facciamo molta attenzione!).
Per quanto riguarda i questuanti ed i distributori di volantini, siamo invitati tutti a segnalarne la presenza, perché siano controllati: è un invito da non mancare.
In conclusione: aderiamo tutti al controllo del vicinato e … segnaliamo, segnaliamo, segnaliamo!