Anche noi, come tutti, abbiamo subìto la violenza dell’attacco pandemico: il 21 febbraio abbiamo mestamente chiuso l’esperienza del primo anno di post scuola autogestito a Curtatone.
Questa iniziativa era partita dal sindaco Carlo Bottani, ha coinvolto gli amministratori e l’ufficio scuola del Comune, ha poi coinvolto noi del Comitato di Quartiere per la gestione fiscale ed amministrativa, ed anche l’AVC, che si è occupata dei trasporti, oltre ad un gruppo di educatrici professionali, coordinate dalla dott.ssa Serena Zanoncello. Si trattava di mettere in piedi un servizio di dopo scuola, nelle scuole primarie del comune, con oneri a carico dei genitori dei bambini partecipanti. Lo scopo? È principalmente quello di provare a superare il divario di lavorizzazione femminile (un neologismo che rende l’idea, per non parlare fumosamente di conciliazione vita-lavoro), che vede il nostro paese, anche qui, agli ultimi posti in Europa. Ma ovviamente anche quello di offrire un servizio di istruzione integrativa e di integrazione sociale dei bambini.
La sfida era di quelle impegnative, perché, prima di raggiungere un numero sufficiente di partecipanti (certi tecnici la chiamano massa critica), il costo a carico di ciascuno resta insostenibile. Nell’anno ormai già passato abbiamo raccolto 19 adesioni, un numero incoraggiante, ma non ancora sufficiente. Per fortuna ci è venuta in soccorso, oltre ovviamente al Comune, la Fondazione Comunità Mantovana, con una generosa donazione. Abbiamo così potuto chiudere quest’anno, bizzarro e tremendo e monco, restituendo ai partecipanti una somma di circa 4.500 € complessivi, a titolo di rimborso delle rette pagate in più, quando ancora non era chiaro se si sarebbe potuto continuare.
Tutto finisce qui? Ma nemmeno per idea! Il sindaco ha detto ‘Avanti tutta!‘ e quindi si raddoppia. Ma si raddoppia anche in un senso molto concreto: infatti, con le previsioni che si fanno di metà bambini a scuola e metà davanti ad uno schermo a casa (i genitori sono già ora abbastanza stremati per non riuscire nemmeno più a lamentarsi), dovremo inventarci il modo di farci carico anche di quelli destinati a stare a casa, allargando il servizio del dopo scuola anche alle ore mattutine, con la necessità di reperire locali adatti e di sopportarne i costi di gestione. Chiederemo ancora il supporto, speriamo anche maggiorato, della Fondazione Comunità Mantovana, e contiamo su una partecipazione anche più agguerrita di concittadini che, raccogliendosi in un gruppo che è una specie di cooperativa, sapranno far fronte con decisione alle miserie che questo tempo ci riserva.