Gazzetta di Mantova 18 novembre 2011

Pagina 22 – Provincia

Ansia da amianto Corte Edera con il fiato sospeso Viaggio nel residence a due passi dal cantiere sequestrato «Per la nostra salute potrebbe essere già troppo tardi»

di Vincenzo Corrado

CURTATONE (Levata) Diciannove villette di recentissima costruzione, gialle e arancioni. Diciannove famiglie, molte delle quali con bambini piccoli. Corte Edera, elegante residence immerso nella campagna di Levata. Una piccola isola felice: da queste parti le liti non ci sono neanche durante le riunioni di condominio. Dalla fine di ottobre, però, tra i vialetti di questa zona residenziale serpeggiano l’ansia e un nemico invisibile. L’amianto. Siamo a pochi metri, in alcuni casi centimetri, dalla lottizzazione Edera, finita sotto sequestro a seguito del ritrovamento del minerale potenzialmente letale. I residenti si riuniranno a giorni per un’assemblea convocata d’urgenza: «Vogliamo essere tutelati e sapere se abbiamo respirato l’amianto. Il Comune deve darci delle risposte, e subito. Non resteremo con le mani in mano, vogliamo essere tutelati». C’è chi propone di coprire l’amianto con dei teli, chi vorrebbe delle barriere di plexiglass a dividere le villette dall’immenso cantiere che dorme. Aleggia l’ipotesi di costituirsi parte civile in un eventuale processo. Ma c’è una paura che spazza via qualsiasi altra ipotesi: che sia troppo tardi, perché in teoria basta inalare una singola fibra di amianto per… e qui le bocche diventano cucite. Nessuno se la sente di elencare le patologie causate dal minerale sbriciolato che finisce nelle vie respiratorie. Terrore. Entriamo nella prima casa. È quella di Monia Parmigiani. «Ho un bimbo di tre anni e mezzo – spiega –, ho paura perché qui hanno scavato e mosso terra per mesi. Potrebbe essere bastato un po’ di vento a far arrivare qui quella polvere maledetta. Siamo in attesa della riunione di condominio per capire come muoverci, siamo spaventati e ci sentiamo impotenti, ma faremo valere le nostre ragioni». Suoniamo al campanello di un’altra villetta. Nessuna risposta. Una vicina di casa ci spiega che «da quando il giornale ha detto che qui c’è l’amianto, l’inquilina passa meno tempo possibile in casa e spesso dorme dai genitori». «Ma se è stata accertata la presenza di amianto, perché nessuno si è preoccupato di inertizzarlo? – si chiede Enzo Bajocchi, la cui villetta confina con il cantiere sotto sequestro –. Voglio sperare che lo abbiano almeno coperto». L’architetto ci mostra il suo giardino. Oltre la siepe c’è la lottizzazione Edera. Qui Bajocchi ricorda che per mesi la polvere sollevata dalle ruspe ricopriva tutto: tavolo, contenitori per la raccolta differenziata, panni stesi. Non si può far altro che sperare che in quell’impasto non ci fossero fibre killer. Salutato l’architetto, incontriamo la famiglia Bedulli–Recusani: in casa c’è una bimba di cinque anni. L’anno prossimo avrebbe dovuto frequentare la prima elementare nella nuova scuola di Levata. Quella della lottizzazione Edera. La mamma della piccola ha un sussulto: «Mia figlia ha rischiato di frequentare una scuola costruita sull’amianto, capisci?». Infine incrociamo Alfio Goldoni, che appare meno preoccupato rispetto ai vicini di casa. «Se han trovato l’amianto, lo toglieranno» sospira. Più che dall’incoscienza, la sua reazione sembra dettata dalla rassegnazione. Ma nel residence, al contrario, tutti sono pronti alla battaglia: «Faremo analizzare i filtri degli impianti di climatizzazione. E se verranno trovate tracce d’amianto, qualcuno dovrà pagare».

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