Gazzetta di Mantova 1 dicembre 2011

Pagina 18 – Provincia

Bordate sul caso amianto Grassi e giunta ai ferri corti

Curtatone, il vicesindaco cerca di spegnere i timori: patologie sotto controllo L’oppositore: contesto da sbarco mafioso. Badolato: parole senza raziocinio

CURTATONE Un consiglio comunale dai toni duri, segnato da parole che scavano un solco. «Mafia». A far scaldare la sala, ieri sera a Corte Spagnola, è stato il dibattito sul caso Edera, che era al quarto punto dell’ordine del giorno, ma è stato anticipato al primo su richiesta del consigliere di opposizione Carlo Grassi. E sarà il capogruppo di minoranza, un’ora più tardi, ad essere accusato di diffamazione nei confronti del Comune. Prende la parola il sindaco, Antonio Badolato, elencando cronologicamente i passaggi che hanno caratterizzato la vicenda avviata il 30 settembre, con un sopralluogo dell’Asl nel cantiere. Le analisi, ricorda il sindaco, hanno riscontrato la presenza di amianto nel terreno utilizzato come fondo per le strade in costruzione, dove sarebbe dovuta sorgere la nuova scuola di Levata. È scattata la segnalazione alla Procura, che ha disposto il sequestro del cantiere, affidando ai carabinieri del Noe, nuovi accertamenti. La situazione a oggi? «Attendiamo una risposta _ dice Badolato _ e appena sapremo qualcosa, ci muoveremo di conseguenza. Nel frattempo però, i residenti non corrono rischi». Un’affermazione sostenuta dal vicesindaco, Giuseppe De Donno, che parla di strumentalizzazione mediatica: «Inutili allarmismi e tensioni sono stati creati anche dalla stampa. L’amianto è sempre stato diffuso sui territori, e fino al ’92, ne siamo stati continuamente esposti. I dati mostrano che qua non sono aumentate le patologie ad esso connesse, e questo, unito alle comunicazioni di Asl, è sufficiente a eliminare ogni timore». Sarà… Grassi accusa il Comune di aver sminuito la faccenda: «Sono indignato per come sono stati condotti gli avvenimenti. Il tentativo è forse quello di nascondere la vera quantità di inquinamento creata, di cui tutti paghiamo le conseguenze». Il consigliere si chiede la ragione del coinvolgimento della ditta di Buscoldo, Capiluppi, già sotto inchiesta per il caso di Valdaro. «Ciò che è evidente _ prosegue Grassi _ è che non si riesce a fermare le lottizzazioni. E per di più, si scopre che le ditte che lottizzano fanno uso di amianto. Dovremmo dimostrare di essere una città di valori, invece, Curtatone rispecchia l’Italia, e la drammatica situazione delle mafie, che dal sud sono arrivate al nord». A rispondere è il sindaco: «Per prima cosa _ precisa _ bisognerebbe se mai parlare di ‘Ndrangheta o Camorra, ma la nostra realtà ne è molto lontana. Anzi, molteplici sono stati gli interventi a favore della legalità, in più ambiti, e contro la micro-criminalità organizzata. Solo se privi di raziocinio si potrebbe attribuire a Curtatone una situazione di illegalità, e diffamare in tal modo il Comune». (ele.car)

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