Ecco una storia antichissima (da Fedro) che ci insegna ancora molto, come tante altre storie dello stesso autore.
Un uomo sposato, che amava molto sua moglie, e stava già preparando per il figlio la toga virile, fu preso in disparte da un suo liberto, che sperava di subentrare come erede più prossimo. Questi, dopo avergli detto molte menzogne sul conto del ragazzo e ancora di più sulla condotta immorale della moglie, donna peraltro casta, aggiunse una cosa che sapeva che avrebbe procurato molto dolore a un innamorato: cioè che un amante praticava la casa e ne contaminava il buon nome con una tresca vergognosa. Quello prese fuoco al sentire la colpa falsamente imputata alla moglie; finse di partire per un suo podere, ma restò nascosto in città. Poi, di notte, all’improvviso entrò in casa e si diresse difilato alla camera della moglie, dove la madre aveva ordinato al figlio di dormire, per controllare con più cura la sua età ormai virile. Mentre tutta la servitù accorre, mentre si cerca un lume, il marito, non riuscendo a trattenere l’impeto dell’ira furibonda, va verso il letto, a tentoni nel buio palpa una testa. Come sente che i capelli sono corti, gli trafigge il petto con la spada, senza badare a nulla, pur di vendicare l’offesa. Quando fu portata la lucerna, vide ad un tempo il figlio e l’onesta moglie che dormiva lì, nella stanza, e che non aveva sentito nulla, sprofondata com’era nel primo sonno; allora eseguì immediatamente contro se stesso la condanna per il suo delitto e si gettò sulla spada che la sua credulità gli aveva fatto impugnare. Gli accusatori citarono in giudizio la moglie e la trascinarono a Roma davanti ai centumviri. Un malevolo sospetto grava su di lei, incolpevole, perché è diventata padrona di tutti i beni. Gli avvocati sostengono con strenua fermezza la causa della donna innocente.
Qualcuno ci vede una vaga similitudine con fatti dei nostri giorni, a noi levatesi molto vicini e presenti?
La storia di Fedro termina, come molte altre, con l’enunciazione di un giudizio finale giusto e meditato, che però non può dare ristoro al male ormai fatto. Non abbiamo riportato qui sopra questa conclusione perché la storia vera dei nostri giorni non si è ancora conclusa e non sappiamo immaginare, al momento, né come né quando si concluderà…