Torna la protesta per la raccolta rifiuti «Non si dorme più»
Curtatone. Gli abitanti di Levata annunciano azioni legali
«Tea lavora con i container dall’una in poi. Comune sordo
CURTATONE Levata
«Riuscire a dormire tutta notte è diventato impossibile, e se il problema non verrà risolto saremo costretti a chiamare i carabinieri». I residenti di Levata tornano a protestare per i rumori notturni causati dai lavori di trasferimento dei rifiuti in via Donatori di Sangue, e questa volta sono sul piede di guerra e minacciano di passare ad azioni legali. Il disagio era già stato segnalato più volte al Comune dal Comitato di quartiere a giugno dello scorso anno, dopo poche settimane L’amministrazione aveva assicurato di aver sistemato la faccenda definitivamente nel 2012 le lamentele arrivavano soprattutto da via Salgari ma ora i cittadini dicono di essere tornati al punto di partenza. «Tea scarica i furgoncini che raccolgono di notte la plastica e la carta nel piazzale in fondo a via Donatori di Sangue – raccontano – e il carico del container inizia verso l’una. Da quell’ora è praticamente impossibile prendere sonno». La gente è stanca dei fastidiosi disturbi e di una situazione considerata ormai non più sostenibile. «Le cose sono peggiorate – incalzano i residenti – e di questo passo saremo costretti a far intervenire le forze dell’ordine. E inaccettabile che venga svolta un’attività così rumorosa proprio a cinquanta metri dalle abitazioni». Il presidente del Comitato, Franco Presciuttini, si rivolge allora al sindaco Antonio Badolato. «Come si vede – dice – si tratta di un problema serio che evidentemente non era stato risolto alla radice e che con l’avvicinarsi della stagione estiva che invoglia a lasciare le finestre aperte, rende urgente un intervento radicale». Il Comitato armuncia che appogge- rà chiunque voglia passare ad azioni più drastiche. «Tempo fa avevamo prontamente segnalato la questione provando anche a suggerire delle alternative – aggiunge Presciuttini – ma sembra che chi di dovere non abbia ancora capito che questo scandalo deve cessare immediatamente, e questo significa che forse le parole e il dialogo non sono sufficienti».
Elena Caracciolo