La Regione conferma le autorizzazioni al cantiere dell’Edera
10 dicembre 2011 — pagina 20 sezione: Nazionale
Una lottizzazione privata da 150mila metri quadrati di proprietà della Immobiliare Edera di Lagocastello, cui fanno capo Antonio Muto e Alessandro Borsato: è nel suo ambito dovrebbe sorgere anche la nuova scuola elementare di Levata. Il condizionale è d’obbligo perché, con il rinvenimento di tracce d’amianto tra gli inerti portati dall’impresa edile Enzo Capiluppi, di Buscoldo, l’area è stata posta sotto sequestro con la prospettiva, che le prossime analisi dovranno confermare o spazzar via, di una bonifica dei terreni lunga e altamente dispendiosa. Tra chi abita in zona serpeggia la preoccupazione, anche se le autorità sanitarie continuano a ripetere che non ci sono pericoli. CURTATONE (Levata) Il Pirellone ha escluso la necessità della valutazione di impatto ambientale per la lottizzazione Edera di Levata: il piano non rientra neppure tra quelli per cui la normativa prevede lo screening preliminare della assoggettabilità a Via. Questione di dimensioni. Anche volendo aggiungere al conto i due ambiti più vicini, il Cornelia e il Ca’ Pia, l’area resta ampiamente al di sotto della soglia fissata dalla legge regionale per l’avvio della procedura. Restano i sigilli, a Levata. Gli interrogativi e le paure legati al rinvenimento di tracce d’amianto nei terreni portati per il fondo stradale, pure; come la necessità di fare rapida chiarezza sugli aspetti scientifici e penali. Ma sul versante amministrativo, quello delle autorizzazioni a costruire, il documento della Direzione generale ambiente fissa un punto fermo, e lo segna a favore del Comune. L’interpretazione di Corte Spagnola contro cui si erano mobilitati Legambiente e il Comitato di Levata è stata condivisa in pieno: niente obbligo di Via, nessuna possibilità di mettere in discussione gli accordi che i costruttori hanno sottoscritto con la precedente amministrazione. L’assessore ai lavori pubblici Francesco Ferrari e il collega all’ambiente Alessandro Benatti all’epoca erano all’opposizione e muovevano dure critiche ai volumi della lottizzazione. «Era la fase in cui il Comune doveva scegliere – spiegano ora – e chiedevamo, inascoltati, di ridurre l’impatto del progetto. Quando siamo arrivati ad amministrare, i costruttori avevano già ricevuto l’autorizzazione e non potevamo più dir di no. Verificata la correttezza dell’iter e l’effettiva esistenza di diritti ormai acquisiti, potevamo solo percorrere la strada del dialogo. Attraverso la quale abbiamo ottenuto di abbassare la torre e riposizionare la scuola, avvicinandola alla frazione. Ora la Regione ce ne dà merito». Lontano dai confini delle aree naturali protette e fuori dal tessuto urbano riconosciuto dal piano regolatore, per quel genere di lottizzazioni l’obbligo dello screening preventivo sulla necessità della Via scatta dalla soglia dei quaranta ettari, mentre la somma di Edera, Cornelia e Ca’ Pia non arriva a 27. E ora chi lo dice ai cittadini che riponevano fiducia nel parere regionale? Proprio il Comune. A chiederglielo, quasi come favore, è stata la stessa direzione regionale che nel dover rispondere alla richiesta protocollata in febbraio dal Comitato si è resa conto di non sapere a che indirizzo poter spedire.(l.t.)