Gazzetta di Mantova 16 novembre 2011

Pagina 18 – Provincia

INTERVENTI
Tavolo sui rischi con Asl e Arpa

CURTATONE Il sindaco Badolato e l’assessore all’ambiente Benatti hanno inviato l’altro ieri una richiesta agli uffici competenti di Asl, Arpa e Provincia di Mantova per avere un nuovo incontro in municipio per discutere della vicenda “Edera”. Oggetto della riunione la verifica del rischio per la popolazione di Curtatone derivante dalla presenza di amianto sia all’interno del cantiere del piano integrato di intervento Edera in località Levata, sia all’interno del cantiere della ditta appaltatrice, la “Capiluppi Enzo” di Buscoldo, attualmente sotto inchiesta e sotto sequestro. Obiettivo della riunione, già programmata per venerdì alle 10 in municipio, è l’attivazione di un tavolo tecnico, già richiesto dal Comune giorni fa, allo scopo di poter pianificare tutti quei provvedimenti che possano garantire la salute dei cittadini e di conseguenza divulgare in modo puntuale e coerente informazioni chiare e precise sulla gestione della criticità emersa dalla vicenda in oggetto. Sollecitato dai cittadini, anche il Comitato di quartiere di Levata, con presidente Alessandro Bertazzoni, ha contattato Asl e Arpa, oltre al Comune, per chiedere la disponibilità di tutti ad un incontro pubblico per informare la cittadinanza dell’intera questione e degli eventuali pericoli rappresentati dalla presenza di amianto nel terreno. «Si sono dichiarati tutti disponibili – spiega Bertazzoni – Aspettiamo la data di convocazione. Intanto non ci siamo dimenticati delle future scuole elementari. In un momento di ristrettezze come questo, noi proponiamo di sacrificare il campo da calcio: è già terreno di proprietà comunale e ha la palestra accanto, che potrebbe essere usata anche dagli studenti».

Pagina 18 – Provincia

Al setaccio i pc della Capiluppi
Curtatone, la Procura nomina due periti informatici per ricostruire i traffici di amianto

di Giancarlo Oliani

CURTATONE Inchiesta Edera-Capiluppi. La Procura prosegue, a spron battuto, le indagini per capire da dove arrivano i rifiuti contenenti amianto trovati sepolti nella lottizzazione di Curtatone, e rintracciati anche nel frantumatoio dell’azienda specializzata nel movimento terra. Per vederci chiaro, il magistrato ha nominato due periti informatici che hanno il compito di verificare ordini, fatture e provenienza del materiale nocivo che potrebbe arrivare da ogni parte d’Italia. Intanto nuovi campionamenti sono stati eseguiti, dall’Asl e dai carabinieri del Noe, sia alla Capiluppi, che nella lottizzazione di Levata. Ricordiamo che attualmente i sequestri decisi dalla magistratura sono tre: il primo, del giudice, si aggiunge a quello già disposto dalla Procura sulla lottizzazione Edera, l’altro, di fatto, blocca l’attività della Capiluppi. Si tratta di provvedimenti presi a seguito dei riscontri trovati dal Noe e dell’Asl. A partire dalla lottizzazione di Levata. Accertamenti che avevano evidenziato la presenza di una grande quantità di materiale nocivo. Dal controllo della documentazione, gli investigatori hanno scoperto che il materiale proveniva dalla ditta Capiluppi. Da qui le verifiche agli impianti di lavorazione. Nel trituratore dell’azienda di via Strada Santa, i carabinieri del nucleo operativo ecologico e i tecnici dell’Azienda sanitaria locale, hanno trovato tracce di amianto, dello stesso tipo rinvenuto nell’area di Levata interessata dai lavori. Per questo è scattato il provvedimento del giudice. Ora verranno passati al setaccio tutti i documenti. Si tratta, infatti, di capire chi ha fornito il materiale inerte con presenza del minerale nocivo che la ditta mantovana avrebbe triturato, e se queste consegne sono avvenute con l’avallo della Capiluppi. Nuove ipotesi di reato si aggiungono dunque a quelle già contestate ad Alessandro Capiluppi, direttore tecnico e Danila Moreschi, amministratrice della stessa azienda. Non solo violazioni al testo unico della legge ambientale, ma anche la mancata informazione ai dipendenti sulla presenza di amianto e la violazione delle prescrizioni per la sicurezza e la salvaguardia della salute sul lavoro. Si potrebbe prefigurata anche il reato di omissione colposa . L’indagine della magistratura continua e, nei prossimi giorni, potrebbe sfociare in nuovi e importanti sviluppi. Ricordiamo che gli amministratori della Capiluppi erano già finiti sott’inchiesta in aprile quando, a Valdaro, vennero sequestrate 27mila tonnellate di materiali inerti, pronti a essere utilizzati come sottofondo stradale, ma sospettati di nascondere veleni. Nell’inchiesta è entrata anche la Direzione distrettuale antimafia di Brescia. La materia è delicata e la Procura, al momento, non fornisce ulteriori indicazioni. La svolta potrebbe arrivare nei prossimi giorni, quando il magistrato potrà avere tra le mani i risultati degli accertamenti fatti eseguire.

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