Restano i sigilli per Edera e Capiluppi
CURTATONE Niente dissequestro. Sia il terreno di Levata dove la Immobiliare Edera di Lagocastello sta costruendo il nuovo quartiere, che i macchinari dell’azienda di Buscoldo restano a disposizione…
Niente dissequestro. Sia il terreno di Levata dove la Immobiliare Edera di Lagocastello sta costruendo il nuovo quartiere, che i macchinari dell’azienda di Buscoldo restano a disposizione della procura. Almeno fino a che gli inquirenti avranno terminato tutti gli accertamenti necessari nell’ambito dell’inchiesta sul presunto smaltimento abusivo dei rifiuti di amianto. A deciderlo è stato il tribunale della libertà a cui la settimana scorsa i legali della Capiluppi si erano rivolti. I giudici hanno rigettato la richiesta ma per conoscere le motivazioni bisognerà aspettare.
La procura intanto continua ad indagare. Sotto accusa l’azienda di Buscoldo che avrebbe utilizzato terriccio inquinato da eternit per le opere di urbanizzazione del nuovo quartiere di Levata, appaltato alla immobiliare cui fanno capo gli imprenditori Antonio Muto e Alessandro Borsato. L’accusa è quella di aver sepolto terra mista ad amianto nel sottofondo delle strade che percorrono il nuovo quartiere.
L’azienda, rappresentata dall’avvocato ferrarese Gaetano Forte, aveva chiesto il dissequestro dell’area e dell’impianto di frantumazione di Buscoldo in base a una semplice tesi: la mancanza di prove dell’esistenza di tracce di amianto nella lottizzazione e nell’azienda. I cosiddetti “campionamenti garantiti” – cioè fatti dall’Arpa alla presenza di periti incaricati dalla difesa – non hanno dato ancora risultati.
Di parere completamente opposto la procura, secondo cui la presenza di amianto rilevata dall’Asl già nel corso del primo sopralluogo ha reso necessario il sequestro dell’area di 150mila metri quadrati e degli impianti di lavorazione dell’impresa. Con una finalità di tipo preventivo: quella di tutelare la salute di abitanti e lavoratori.
La disputa è diventata materia di un’udienza che si è tenuta giovedì scorso in tribunale dove s’è riunita la corte del riesame che ha assunto gli atti e ascoltato le parti. Due giorni fa ha reso nota la decisione di respingere l’istanza dei legali dell’impresa.
Per ora l’unico dissequestro, fatto su richiesta della stessa procura, è stato quello degli uffici amministrativi dell’azienda per consentirle di continuare il lavoro.