Processo contro i rapinatori Comitato Levata: noi parte civile Il presidente Presciuttini: forse la nostra richiesta non verrà accettata, ma dobbiamo dare un segnale Le vittime di via Canneti erano iscritte al controllo del vicinato della frazione. Udienza il 26 novembre CURTATONE (Levata) Il Comitato di quartiere di Levata chiederà di costituirsi parte civile nel processo contro gli accusati della rapina di via Canneti. Una presa di posizione che vuole essere un forte segnale di vicinanza alla famiglia, ma anche un messaggio per i malviventi, per mostrare loro che la frazione è unita. L’udienza è fissata per il 26 novembre e il gruppo spera di poter essere presente in aula. Un obiettivo non così scontato da raggiungere. «Sappiamo che non sarà facile ed ero il primo ad avere dei dubbi – spiega il presidente Franco Presciuttini -mal’avvocato che ci ha dato una consulenza ha detto che quando le finalità di un’associazione come la nostra sono in tema con il processo in questione, la cosa potrebbe di ventare fattibile senza dichiarare di aver subito un danno. In questo caso si tratterebbe di sicurezza, ed è proprio uno dei princìpi che portiamo avanti». Presciuttini si è già attivato in tal senso. «Ci stiamo muovendo per avere una serie di preventivi e faremo tutto ciò che è necessario, poi starà al giudice scegliere». La decisione è stata presa durante l’ultima assemblea. «E un passo pesante per il Comitato, che non ha disponibilità economiche all’altezza del compito – scrivono – ma speriamo di poter contare anche sul libero contributo dei nostri concittadini. Il sentimento che è prevalso nella discussione è che fosse un dovere al quale non potevamo sottrarci. È un atto di solidarietà nei confronti della famiglia cosi duramente colpita, famiglia che tanti di noi conoscono per il suo disponibile e prezioso inserimento nelle attività sociali della comunità». Le vittime erano iscritte al “Controllo del vicinato” della frazione. «Ora ci sentiamo in dovere di tener fede a quell’impegno di condivisione – viene ribadito – E si tratta anche di lanciare un messaggio a chi volesse venire a delinquere a Levata: noi non ci chiudiamo in casa. sperando solo che la prossima volta non tocchi a noi, alziamo la testa senza timore e cerchiamo, con i nostri deboli mezzi, di farla pagare a chi ci attacca». Durante l’incontro è stato inoltre stabilito di lanciare una raccolta firme per presentare due proposte al consiglio comunale. Una riguarda lo stato del cantiere Edera, mentre la seconda la possibilità di estendere il regolamento per le istanze e proposte da parte dei cittadini alle iniziative di associazioni e corpi sociali. Elena Caracciolo