Sulla scuola di Levata

Nella nostra ultima assemblea pubblica del 6 luglio scorso, al Comitato di quartiere di Levata abbiamo discusso della situazione alla scuola ‘Don Grioli’.

La scuola vive da anni un problema di disponibilità di posti rispetto alla domanda: infatti Levata è territorio di espansione per la città di Mantova, il costo della abitazioni vi è più basso, quindi molte famiglie giovani si stabiliscono qui. Di conseguenza la frazione non vede ancora il calo di iscrizioni nelle scuole, che invece si vede altrove, ed in particolare in città. Inoltre alcune scelte del passato, che noi abbiamo contrastato, non hanno affatto risolto il problema: l’estensione del fabbricato, per di più pagata a carissimo prezzo, si è rivelata un palliativo, che già ora non basta più.

Al momento il problema principale è rappresentato dalla necessità di organizzare la mensa, per poter offrire il tempo pieno, sempre più richiesto dalle famiglie, e da considerare, ai nostri tempi, una vera e propria necessità. Per farlo si è deciso di utilizzare, nell’immediato, il locale che veniva utilizzato come palestrina, e conseguentemente di inviare gli scolari al palazzetto dello sport, con tutti i problemi organizzativi e di sorveglianza da parte degli insegnanti che questo comporta.

L’intenzione dell’amministrazione comunale, al momento, è quella di costruire, nello spazio sul retro della scuola attuale, un locale ad uso mensa; per fare ciò il progetto è stato candidato ai fondi del PNRR, e, se sarà finanziato, richiederà di lanciare una gara e di eseguire lavori edili della durata di almeno un anno, in uno spazio che è già ora angusto, e con l’attività della scuola in corso!

Abbiamo già fatto presente all’amministrazione, come comitato, la nostra contrarietà a questa soluzione: per dirla in termini semplici, noi pensiamo che una soluzione sbagliata resti sbagliata anche se è qualcun altro che la paga (e comunque solo in parte).

Il risultato di questa iniziativa, oltre a creare gli inevitabili problemi di convivenza fra i lavori e la scuola, sarà quello di rovinare definitivamente un’area che è già ora disastrata ed insufficiente alle attività all’aria aperta degli scolari, senza per questo risolvere definitivamente il problema. Abbiamo chiesto all’amministrazione i dati di proiezione delle iscrizioni previste nei prossimi anni, per scoprire, con nostro sconcerto, che questi dati non ci sono e che decisioni così importanti vengono prese senza alcuna analisi adeguata.

La soluzione che abbiamo, invece, prospettato, consiste nella realizzazione, ancora nello spazio sul retro della scuola, di un prefabbricato ad uso mensa. Dal punto di vista del comfort, molti prefabbricati rivaleggiano ad armi pari con le strutture civili, come ha insegnato la triste esperienza del terremoto in molte parti della provincia. Inoltre un prefabbricato si può realizzare in pochi mesi, non sarebbe probabilmente pronto per l’inizio dell’anno scolastico, ma poco ci manca; e un prefabbricato si può riutilizzare altrove, quando le mutate esigenze della scuola avranno reso improcrastinabile, come noi supponiamo, la scelta di realizzare una nuova scuola, adeguata alle esigenze numeriche e di qualità dei nostri tempi.

Stiamo al momento attendendo una risposta alle nostre proposte; siamo, come sempre, fiduciosi che la ragione prevarrà.

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