Tra le carenze segnalate, gli inesistenti accessi per i portatori di handicap
“Le scuole? Da terzo mondo”
Il Comitato di Quartiere di Levata: “Elementari disastrose”
CURTATONE - La scuola elementare di Levata è da terzo mondo? La domanda è del Comitato di Quartiere. La risposta
è scontata, la situazione di degrado balza agli occhi: «E’ un disastro» spiega Franco Presciuttini, presidente del Comitato.
«Le pareti non sono verniciate da anni - afferma Presciuttini - i servizi igienici sono insufficienti perché
i bambini piccoli non riescono a usarli da soli. I serramenti e i vetri, inoltre, sono fragili e sottili». Le
pulizie, ricorda Presciuttini, non possono essere eseguite accuratamente perché gli arredi sono vecchi
e fatiscenti. «Questa scuola è frequentata da due disabili - sottolinea - tuttavia manca l’accesso al primo
piano per i portatori di handicap. Le classi alle quali sono iscritte lepersone svantaggiate non possono
essere collocate al primo piano dove sono situati gli strumenti informatici, che i disabili non possono
quindi utilizzare». Un’altra mancanza rilevata da Presciuttini è l’assenza del parafulmine, obbligatorio
per legge. Il giardino della scuola è in stato di abbandono: «L’esterno si affaccia su via Levata, strada
particolarmente trafficata - osserva Presciuttini - non è un luogo adatto a una scuola. Nel giardino, inoltre,
è stato ritrovato un topo morto». La tormentata questione della scuola, connessa con la costruzione
del nuovo plesso scolastico nella lottizzazione Edera, non deve diventare il “Vietnam” della frazione.
«Dopo la sconfitta in Vietnam, gli americani, invece di superare quel brutto ricordo, cercarono di rimuoverlo,
con il risultato di maltrattare i poveri reduci -spiega il presidente in una nota -riguardo alla scuola non vorremmo trovarci
in una condizione simile: non dobbiamo far finta di niente o cercare di rimuovere quella bruttura, come se
mettessimo la polvere sotto il tappeto. Dobbiamo rompere la congiura del silenzio. I nostri reduci
sono le maestre, che restano in prima linea, con dignità e moderazione». ( g. v. )